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Trento, 29 gennaio.2019
GESTIONE DEL LUPO SUL TERRITORIO PROVINCIALE
Interrogazione a risposta scritta
presentata da Paolo Ghezzi e Lucia Coppola, consiglieri provinciali di FUTURA2018

Premesso che:

il lupo ha sempre abitato le regioni montane europee fino alla seconda metà del Settecento, quando ha incontrato un rapido declino che ne ha determinato quasi l’estinzione (negli anni Settanta dello scorso secolo gli esemplari rimasti in Italia erano meno di 100) e ora sta iniziando a ripopolare il Trentino e le regioni vicine, grazie anche a modificazioni ambientali e mutamenti normativi, in primis la direttiva Habitat (92/43/CEE) trasposta nella legislazione nazionale, che ne determina una protezione rigorosa;

il lupo, assieme agli altri grandi carnivori, esercita un controllo diretto e indiretto su altre specie vegetali ed animali e pertanto riveste una funzione chiave all’interno dell’ecosistema alpino, la cui ricchezza va salvaguardata in un’ottica conservativa, ecologica, che può avere impatti rilevanti sulla biodiversità, sulla ricchezza e sostenibilità ambientali e anche economiche della nostra Provincia;

la ricolonizzazione da parte del lupo, la cui presenza è documentata nella nostra provincia a partire dal 2010, è stato condizionata dall’incontro della coppia del branco della Lessinia, che si è regolarmente riprodotta dal 2013, formata da Giulietta, della sottospecie Canis lupus italicus, arrivata dalle Alpi occidentali e da Slavc, Canis lupus del ceppo dinarico-balcanico, la cui dispersione dalla Slovenia all’Italia è stata documentata nell’ambito del progetto europeo “SloWolf” tramite le informazioni satellitari inviate dal radiocollare di cui era stato munito dal personale di ricerca dell’Università di Lubiana;

la presenza del lupo nell’area alpina e una pacifica coesistenza con esso comporta la necessità di modificare il modo di pascolamento estensivo oggi praticato nel nostro territorio, implementando sistemi di prevenzione efficaci, a cui corrisponde un oggettivo aumento dei costi, sia in termini economici che di risorse umane, che non devono essere traslati sugli allevatori, per i quali spesso l’indennizzo non è percepito come rimedio soddisfacente;

secondo alcuni studi scientifici l’abbattimento non determina automaticamente una riduzione di attacchi al patrimonio animale, in quanto pare che la rimozione degli esemplari alfa possa determinare la disgregazione del branco che sarebbe dunque portato ad aumentare le aggressioni. Al contrario, l’utilizzo di sistemi di prevenzione efficaci e adattati alle esigenze del singolo territorio interessato registra maggiori percentuali di successo nel contenimento delle aggressioni del lupo;

un’efficace informazione sulla presenza del lupo e dei metodi di prevenzione adottati è necessaria al fine di promuovere una pacifica convivenza tra uomo e natura, dunque la Provincia di Trento, vista la sua forte vocazione turistica, deve predisporre una corretta sensibilizzazione di turisti e residenti;

si interroga il Presidente della Provincia per sapere:

1. perché la gestione del lupo sia comunicata al pubblico attraverso i mass media non come problema gestionale, a cui l’Amministrazione e la politica debbano far fronte, bensì come “problema di ordine pubblico e di sicurezza”: infatti, pur non essendo possibile escludere l’eventualità di attacchi, non esistono negli ultimi 150 anni casi documentati in Italia di aggressioni all’uomo, è pertanto difficile ravvisare concrete preoccupazioni riguardo all’incolumità delle persone e alla loro sicurezza fisica;

2. se le esternazioni da parte degli amministratori provinciali non siano controproducenti, in quanto possano influenzare la percezione di residenti e turisti;

3. se si ritiene che l’abbattimento di singoli esemplari problematici in deroga alla direttiva Habitat, stante il mantenimento di uno “stato di conservazione soddisfacente”, sia la soluzione più efficace per garantire una pacifica convivenza tra uomo e natura, nella consapevolezza che possa risolvere (anche se non sembra efficacemente, secondo la letteratura scientifica) in un’ottica di breve periodo singole situazioni eccezionali ma non fermare i branchi in espansione e in continuo spostamento da altre regioni;

4. perché non si punti a tutelare maggiormente rispetto a quanto fatto finora in modo concreto l’allevamento di montagna, prevedendo maggiori incentivi economici e supporto nell’implementazione dei sistemi di prevenzione peraltro già introdotti;

5. quali passi la Giunta provinciale abbia intenzione di intraprendere nel confronto annunciato con il Ministero dell’Ambiente, vista la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema ex art. 117, comma 2, lettera s), Cost., anche in relazione al Piano Lupi che sarà depositato in conferenza Stato-Regioni.

 

      Lucia Coppola

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